L' Artrosi, combatterla con la Fisioterapia

Esistono soluzioni per combattere i dolori causati dall’artrosi, prova con la fisioterapia

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L’osteoartrosi o artrosi dell’anca e del ginocchio o della colonna, la spondiloartrosi sono le principali cause di dolore e disabilità croniche muscolo-scheletriche in tutto il mondo. L’artrosi impone un onere significativo per gli individui e la comunità attraverso la riduzione della qualità della vita, la riduzione della capacità occupazionale e i costi sanitari significativi.

L’aumento dei tassi di obesità e la previsione circa l’aumento dell’invecchiamento futuro della popolazione, causeranno un rialzo della prevalenza di artrosi nei prossimi anni, aumentando ulteriormente il carico economico e sanitario della società…approfondisci nell’ articolo

Questo “studio” del 2020 indica che il 62% delle persone con artrosi trattate nelle cure primarie, presentano almeno una comorbidità, ossia una patologia accessoria durante la condizione di artrosi: le più comuni sono ipertensione (37%), malattie cardiache (8%) e diabete (7%).

Questo causa un peggioramento di:

  • intensità del dolore;
  • numero di siti dolorosi;
  • qualità della vita peggiorata;
  • rallentamento della velocità di deambulazione.

Inoltre la percentuale di persone che assumono farmaci antidolorifici aumenta con la presenza di 2 comorbidità, con un aumento dell’uso di oppioidi fino 19,5%. Tutto questo causa un peggioramento della salute, evidenziando l’importanza dello screening per l’artrosi e le comorbilità nel trattamento di pazienti con artrosi.

 

 

Cosa è la cartilagine?

La cartilagine è un tipo di tessuto connettivo specializzato nel sostegno che riveste la parte articolare delle ossa e ha diverse funzioni nel corpo umano:

  • riduce l’attrito, funge da “cuscinetto” tra le articolazioni e aiuta a sostenere il nostro peso quando corriamo, ci pieghiamo, ci allunghiamo;
  • crea sostegno e lega le ossa, ad esempio quella tra coste e sterno nella cassa toracica;
  • alcune parti del corpo sono fatte quasi interamente di cartilagine, ad esempio le parti esterne delle nostre orecchie.
  • Nei bambini, le estremità delle ossa lunghe sono fatte di cartilagine (cartilagine di accrescimento), che alla fine della pubertà si trasforma in osso.

Esistono tre tipi di cartilagine:

  1. Cartilagine elastica (cartilagine gialla): il tipo di cartilagine più elastica e flessibile. La cartilagine elastica costituisce la parte esterna delle orecchie (padiglione) parte del naso e l’epiglottide.
  2. Fibrocartilagine (cartilagine fibrosa): il tipo più duro di cartilagine, in grado di resistere a carichi elevati. Si trova nei dischi intervertebrali, forma i menischi, presente in parte nel ginocchio, il cercine glenoideo della spalla e la parte inserzionale tendinea, quella che si rapporta con l’osso.
  3. Cartilagine ialina: quella più diffusa, è una cartilagine piuttosto elastica e con grande resistenza alla compressione. Si trova tra le costole e lo sterno, intorno alla trachea e riveste le superfici articolari, nel ginocchio.

A differenza di altri tipi di tessuto, la cartilagine non ha apporto ematico. Per questo motivo se danneggiata impiega molto più tempo per guarire, rispetto ad altri tessuti irrorati dal sangue. La nutrizione del tessuto si basa su un tipo speciale di processo chiamato “imbibizione”. La cartilagine articolare è come una “spugna” e affinché l’acqua, il liquido sinoviale e i nutrienti si muovano all’interno e all’esterno, la spugna deve essere schiacciata (caricata) e scaricata in modo che possa verificarsi l’assorbimento: e ciò è garantito dall’esercizio terapeutico e fisico.

La migliore gestione dell'artrosi

L’esercizio terapeutico e l’educazione, tipicamente erogate da fisioterapisti, sono i trattamenti di base di prima linea universalmente raccomandati nelle linee guida di trattamento per l’artrosi di ginocchio o anca, insieme alla perdita di peso qualora fosse necessario. La terapia con esercizio fornisce un sollievo dal dolore efficace quanto i farmaci, senza gravi effetti avversi, indipendentemente dall’intensità del dolore di base e dalla gravità radiografica dell’artrosi. 

Infatti, la terapia basata sugli esercizi offre un beneficio uguale all’effetto dei farmaci antinfiammatori non steroidei FANS e 2-3 volte superiore a quello del paracetamolo nei pazienti con artrosi di ginocchio (Henriksen et al 2016; Juhl C et al 2014; Bannuru et al 2010).

Agli esercizi sono associati blandi effetti collaterali, come la dolenzia muscolare (DOMS), mentre alla terapia farmacologica è associato un considerabile rischio di evento avverso al sistema gastrico, a quello respiratorio e/o cardiovascolare. Ovviamente l’esercizio è piuttosto sicuro se la persona, dal punto di vista medico, è autorizzata a svolgerlo: una intensità di esercizio elevata può essere infatti molto pericoloso in chi ha o ha avuto problemi cardiovascolari.

La terapia in acqua per il trattamento dell’artrosi dell’anca può rivelarsi utile in specifiche condizioni della patologie e dello stato fisico del paziente e può essere effettuato anche di gruppo. In alcuni casi il ricorso ai farmaci antidolorifici, può essere auspicabile in quei pazienti con dolore severo che impedisce loro di partecipare ad una programma basato su esercizi, in accordo con il proprio medico (Skou et al 2019; Van Tunen et al 2016).

Le recenti linea guida, inoltre, suggeriscono il ricorso agli antinfiammatori per via topica cutanea rispetto a quelli presi per bocca poiché hanno un profilo di sicurezza maggiore. Il paracetamolo recentemente non è più raccomandato vista l’assenza di effetti clinici rispetto al placebo. (Bannuru et al 2019).

In accordo con tutte le linee guida più recenti, i trattamenti supplementari come l’acido ialuronico, i tutori, le solette, la terapia manuale, l’agopuntura, la TENS, la magnetoterapia, il laser, gli ultrasuoni, la massoterapia e i trattamenti di natura passiva come la kinesiterapia, non dovrebbero essere mai offerti come trattamenti d’elezione ma sempre combinati con quelli di prima linea.

In merito all’utilizzo dei mezzi fisici, le linee guida attualmente disponibili sono molto vaghe: solamente l’OARSI cita nello specifico la TENS e gli ultrasuoni (senza descrivere per altro le modalità precise di utilizzo), definendole entrambe come incerte nei pazienti con sola artrosi di ginocchio e non appropriate nelle forme diffuse di patologia artrosica. Le linee guida australiane citano invece in classe D la magnetoterapia e la laserterapia, mentre in classe C gli ultrasuoni, dichiarando quindi un basso supporto alle terapie fisiche nella cura dell’artrosi. Altre linee guida non menzionano la terapia fisica.

Fisioterapia o Chirurgia?

Spesso l’artrosi di ginocchio è associata a degenerazione dei menischi. Uno studio, leggi qui, ha reclutato 140 adulti, di età compresa tra 35 e 60 anni, che presenta alla risonanza magnetica una lacerazione meniscale degenerativa e il 96% dei soggetti era senza artrosi radiografica di ginocchio.

I partecipanti sono stati randomizzati a 12 settimane di terapia fisica supervisionata o meniscectomia parziale artroscopia. L’obbiettivo primario era la differenza tra i gruppi nella progressione del restringimento dello spazio articolare tibio-femorale e degli osteofiti marginali a 5 anni (segni di artrosi).

I risultati:

✔Miglioramenti sostanziali nei risultati riportati dai pazienti in entrambi i gruppi, senza differenze clinicamente rilevanti tra i gruppi.

✔Questo supporta prove precedenti di nessun beneficio aggiuntivo dalla chirurgia rispetto alla terapia con esercizio terapeutico come trattamento per il menisco degenerativo.

Nessuna forte evidenza a supporto delle differenze nello sviluppo dell’artrosi di ginocchio nelle radiografie tra fisioterapia con esercizio e la chirurgia di meniscectomia parziale artroscopica.

In conclusione la fisioterapia attiva con esercizio può recare gli stessi benefici della chirurgia!

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